venerdì 19 aprile 2019

Foggia resistente



Nasce tutto da qui, dalla Resistenza, dalla Liberazione dell'Italia dal nazifascismo. Quelli della mia generazione lo sanno bene. Le miserie e le macerie causate dal fascismo le abbiamo vissute nel lungo dopoguerra della ricostruzione, le abbiamo ascoltate dalla voce delle nostre madri, dei nostri padri. Foggia pagò un altissimo tributo.

Nella Villa Comunale di Foggia ci sono diversi monumenti. Ce n’è uno che racconta la storia di Vincenzo e Luigi Biondi, due fratelli. Si tratta dei fratelli Biondi, partigiani, foggiani che “non ancora ventenni combatterono e caddero da valorosi per la libertà d’Italia”. Morirono il 3 ottobre 1943 sul Colle San Marco, ad Ascoli Piceno, nello scontro tra la formazione partigiana di cui facevano parte e le truppe tedesche. La loro è una delle diverse storie che segnano a caratteri indelebili il legame di Foggia e della Capitanata con la Resistenza, la lotta di Liberazione dal nazifascismo. Nel corso degli ultimi anni, la storia e le differenti vicende che raccontano quel legame sono state oggetto di studi, pubblicazioni e riflessioni pubbliche soprattutto grazie all'ANPI, l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia. 

Essere partigiani, oggi, significa continuare a condividere ideali e principi dell’antifascismo, valori sui quali è stata edificata la Costituzione della Repubblica Italiana. “In Capitanata sono state molte le persone che hanno perso la vita lottando per la Liberazione d’Italia dal nazifascismo, alcune importanti personalità sono invece sopravvissute e hanno rivestito un ruolo fondamentale nella costruzione della democrazia in Italia e nella nostra provincia”, ha ricordato recentemente Michele Galante, presidente provinciale dell’ANPI. Personalità appartenenti a diverse estrazioni politiche. I nomi sono tanti, citarli espone al rischio di dare un quadro incompleto e parziale, di certo spiccano storie e figure come quelle di Pasquale Specchio, Luigi Allegato, il grande Giuseppe Di Vittorio, il socialista Aldo Pedretti, il cattolico Antonio Matrella. E poi, ancora, Carmine Cannelonga, Peppino Papa, Ruggero Grieco. 

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