martedì 16 aprile 2019

Avere cura di Foggia. Ecco come si presenta stamattina il Rione Martucci



Ecco come si presenta stamattina Via Giuseppe Pepe, proprio nei pressi della scuola elementare Manzoni, al Rione Martucci.
La cura. Avere cura di Foggia, a cominciare dalle strade, i marciapiedi, i parchi e il verde pubblico, la pulizia e il decoro, le panchine, i luoghi e gli spazi a disposizione di tutti, da vivere insieme. Fare in modo che la città sia un posto in cui i nostri figli, i nostri nipoti possano camminare non tra i rifiuti, l’immondizia, le cacche dei cani, ma su marciapiedi puliti, non dissestati, sicuri. Una città in cui i bambini possano giocare nei parchi, non fra le auto e l’inquinamento di un traffico mal gestito e pericoloso per la loro incolumità. Avete l’impressione che questa sia una città per bambini? E gli asili nido, le scuole materne, i parchi: serve potenziare quantità e qualità delle strutture che sostengono le mamme e i papà, l’impegno di assicurare una migliore qualità della vita e più tempo libero e liberato alle famiglie.
Si può ricominciare da una cosa impegnativa, certo, ma elementare, basilare, per una grande città, un capoluogo? Certo che si può fare. Va fatto e lo faremo. Faremo ciò che in questi anni non è stato fatto. Negli ultimi cinque anni non si è avuta cura di Foggia. La città è sporca. La differenziata è un fallimento, non servono statistiche per avvalorare un dato che è sotto gli occhi di tutti. Chi cammina a piedi, anche in centro, deve guardarsi da piccoli e grandi esposizioni all’aperto di mobili ed elettrodomestici in disuso, da marciapiedi dissestati. Ci camminano i nostri nipoti su quelle strade, i nonni dei nostri figli. L’illuminazione pubblica è deficitaria, con intere periferie al buio, ma anche molte zone del centro non sono illuminate a sufficienza. Ci sono immobili di proprietà comunale abbandonati a se stessi, uno spreco incredibile. Possono essere recuperati, si può pensare a restituirli ai cittadini per realizzarne biblioteche e ludoteche di quartiere gestite da associazioni e volontari, a cominciare dalle periferie. Ci sono interi quartieri lasciati all’incuria e al degrado. Il rione Martucci, il Diaz, il Villaggio Artigiani, il Cep, il Salice, Viale Giotto, ma anche la zona di San Michele e, più in generale, tutte le aree che sono lontane dallo spot elettorale di una zona pedonale per cui si sono spesi milioni di euro e con risultati modesti che ora vengono sbandierati. Cosa è stato fatto per il quartiere Ferrovia? Hanno montato un gabbiotto vuoto.  
Costruiamo un patto di cittadinanza con i giovani, le donne, i pensionati per colorare quei quartieri, rivitalizzarli, facendo leva sul senso di comunità che è brace da ravvivare e calore da mettere in circolo. Utilizziamo tutto il potenziale delle associazioni culturali e di volontariato, convocando gli Stati Generali della cittadinanza attiva, promuovendo un programma di obiettivi e azioni che possano avere riflessi immediati e concreti sulla partecipazione, l’aggregazione, le iniziative culturali, sportive, per l’inclusione e l’integrazione di tutti. Solo così si possono rialzare le serrande abbassate, restituire dignità e fruibilità ai luoghi, dare luce ai quartieri.
Ci sono questioni e problemi la cui risoluzione non dipende soltanto dalla città, ma la cura di Foggia dipende esclusivamente da noi e su questo punto si può e si deve sviluppare un lavoro enorme, positivo, partecipativo, coinvolgente, dal basso. L’orgoglio di Foggia non è ostentare una sciarpa, strumentalizzare una maglia che è di tutti. L’orgoglio di Foggia può e deve essere una città che si rialza da cinque anni di propaganda vuota, di cassonetti strapieni e strabordanti, di rifiuti per strada e incendi di discariche a cielo aperto.  Perché questa è una grande città: grande per estensione, per genio e tragedie, per storia e bellezza, grande per cuore e passione. Averne cura è il seme che oggi prepara i germogli del domani. Coltiviamo il futuro

Nessun commento:

Posta un commento