Ecco come si presenta stamattina Via Giuseppe Pepe, proprio nei pressi della scuola elementare Manzoni, al Rione Martucci.
La cura. Avere cura di Foggia, a cominciare dalle strade, i marciapiedi,
i parchi e il verde pubblico, la pulizia e il decoro, le panchine, i luoghi e
gli spazi a disposizione di tutti, da vivere insieme. Fare in modo che la città
sia un posto in cui i nostri figli, i nostri nipoti possano camminare non tra i
rifiuti, l’immondizia, le cacche dei cani, ma su marciapiedi puliti, non
dissestati, sicuri. Una città in cui i bambini possano giocare nei parchi, non
fra le auto e l’inquinamento di un traffico mal gestito e pericoloso per la
loro incolumità. Avete l’impressione che questa sia una città per bambini? E
gli asili nido, le scuole materne, i parchi: serve potenziare quantità e
qualità delle strutture che sostengono le mamme e i papà, l’impegno di
assicurare una migliore qualità della vita e più tempo libero e liberato alle
famiglie.
Si può
ricominciare da una cosa impegnativa, certo, ma elementare, basilare, per una
grande città, un capoluogo? Certo che si può fare. Va fatto e lo faremo. Faremo
ciò che in questi anni non è stato fatto. Negli ultimi cinque anni non si è
avuta cura di Foggia. La città è sporca. La differenziata è un fallimento, non
servono statistiche per avvalorare un dato che è sotto gli occhi di tutti. Chi
cammina a piedi, anche in centro, deve guardarsi da piccoli e grandi esposizioni
all’aperto di mobili ed elettrodomestici in disuso, da marciapiedi dissestati.
Ci camminano i nostri nipoti su quelle strade, i nonni dei nostri figli. L’illuminazione
pubblica è deficitaria, con intere periferie al buio, ma anche molte zone del
centro non sono illuminate a sufficienza. Ci sono immobili di proprietà
comunale abbandonati a se stessi, uno spreco incredibile. Possono essere
recuperati, si può pensare a restituirli ai cittadini per realizzarne
biblioteche e ludoteche di quartiere gestite da associazioni e volontari, a
cominciare dalle periferie. Ci sono interi quartieri lasciati all’incuria e al
degrado. Il rione Martucci, il Diaz, il Villaggio Artigiani, il Cep, il Salice,
Viale Giotto, ma anche la zona di San Michele e, più in generale, tutte le aree
che sono lontane dallo spot elettorale di una zona pedonale per cui si sono
spesi milioni di euro e con risultati modesti che ora vengono sbandierati. Cosa
è stato fatto per il quartiere Ferrovia? Hanno montato un gabbiotto vuoto.
Costruiamo
un patto di cittadinanza con i giovani, le donne, i pensionati per colorare
quei quartieri, rivitalizzarli, facendo leva sul senso di comunità che è brace
da ravvivare e calore da mettere in circolo. Utilizziamo tutto il potenziale
delle associazioni culturali e di volontariato, convocando gli Stati Generali
della cittadinanza attiva, promuovendo un programma di obiettivi e azioni che
possano avere riflessi immediati e concreti sulla partecipazione,
l’aggregazione, le iniziative culturali, sportive, per l’inclusione e l’integrazione
di tutti. Solo così si possono rialzare le serrande abbassate, restituire
dignità e fruibilità ai luoghi, dare luce ai quartieri.
Ci sono
questioni e problemi la cui risoluzione non dipende soltanto dalla città, ma la
cura di Foggia dipende esclusivamente da noi e su questo punto si può e si deve
sviluppare un lavoro enorme, positivo, partecipativo, coinvolgente, dal basso. L’orgoglio
di Foggia non è ostentare una sciarpa, strumentalizzare una maglia che è di
tutti. L’orgoglio di Foggia può e deve essere una città che si rialza da cinque
anni di propaganda vuota, di cassonetti strapieni e strabordanti, di rifiuti
per strada e incendi di discariche a cielo aperto. Perché questa è una grande città: grande per
estensione, per genio e tragedie, per storia e bellezza, grande per cuore e
passione. Averne cura è il seme che oggi prepara i germogli del domani.
Coltiviamo il futuro
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