mercoledì 8 maggio 2019

La Città del Volontariato, le associazioni di Foggia e l'esempio di Bologna


Ci sono anche cose che funzionano a Foggia, una di queste è il volontariato. Per quanto hanno fatto negli ultimi cinque anni e ancora prima, bisogna ringraziare una per una le volontarie e uno per uno i volontari che ogni giorno donano qualcosa di loro stessi alla Comunità: il tempo, la cura, un sorriso, un sostegno morale e materiale a chi è in difficoltà. Per far rinascere Foggia, dobbiamo ascoltare anche loro, il popolo del volontariato, fatto di donne e di uomini, di giovani e anziani. Di persone che non ne hanno di più, ma di più ce ne mettono: in impegno, fiducia, solidarietà concreta, amore. 

Ho avuto modo di conoscere personalmente molte di quelle persone, e di apprezzarne l'impegno. E' accaduto quando mio padre era ospite della Fondazione Palena. A loro va il mio grazie di cuore per aver accompagnato un tratto di un percorso, alleviando il dolore, portando conforto.


Il Centro di Servizio al Volontariato (CSV Foggia - http://www.csvfoggia.it/) ha censito a Foggia 156 associazioni di volontariato, 113 associazioni di promozione sociale, 12 fondazioni, 80 cooperative sociali, 28 onlus e altre 68 associazioni che si occupano di cultura, sport, arte, teatro, integrazione e disabilità. Dobbiamo supportare il lavoro delle associazioni, sentire di cosa hanno bisogno per continuare al meglio il loro impegno, assicurarci che abbiano una sede nella quale ritrovarsi, programmare e operare, fargli sentire l’apprezzamento e il sostegno delle istituzioni, incoraggiare loro a continuare. Un esempio da seguire è quello del Comune di Bologna e di tante altre istituzioni cittadine che hanno adottato il “Patto di collaborazione tra cittadini e amministrazione”. Si tratta di un vero e proprio regolamento che istituisce una rete, fornisce strumenti, facilita il lavoro delle associazioni e, soprattutto, fa in modo che gruppi di cittadini possano agire nei loro quartieri, nei parchi, nelle città per sviluppare azioni inedite di welfare e per la cura dei beni comuni. 

Ecco come il progetto è spiegato da “Secondo Welfare”: “Il Regolamento prevede la possibilità, da parte dei cittadini o organizzazioni della società civile di proporre un intervento (gli esempi vanno da interventi di cura di spazi pubblici esistenti come gestire un giardino di quartiere in modo condiviso, alla riqualificazione di un’area urbana, al riuso di un edificio, a servizi di solidarietà sociale) che si realizza con il contemporaneo impegno dei cittadini proponenti e del Comune. Quest’ultimo assicura sempre un proprio supporto: mettendo a disposizione i propri mezzi di comunicazione diffusa, il lavoro di dipendenti comunali e le attrezzature per i diversi settori di intervento pubblico locale, le proprie reti con altri soggetti del territorio. Il regolamento offre una cornice giuridica in cui tale azione può collocarsi e delinea ne delinea le regole;ogni singolo intervento diventa parte di un Patto di collaborazione che specifica, coerentemente con il regolamento, i soggetti, i modi e i tempi con cui cittadini e istituzioni si impegnano reciprocamente a realizzare obiettivi comuni” (https://secondowelfare.it/).

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